Qualsiasi persona al mondo si avvicini o studi la letteratura italiana e chi non ha mai avuto il privilegio di farlo, conosce la Divina Commedia di Dante Alighieri e la identifica con la stessa letteratura italiana. Pur facendo le debite considerazioni, credo che nessuno, anche tra gli addetti ai lavori, potrebbe contestare questa semplice considerazione.
Il successo del poema è grandissimo ancora oggi, è fonte d’ispirazione di autori di ogni continente, di registi, scrittori e artisti. Tutti subiscono fortemente il fascino di Dante e della sua grandiosa opera, come se gli 800 anni che ci dividono da lui non fossero mai passati.
La Divina Commedia parla dell’uomo, della vita, e lo fa con la potenza e la capacità di comunicazione del genio proprio di Dante. Se tutti sono colpiti dalle parole cortesi di Francesca, dalla forza d’animo di Farinata e dal suo desiderio di «ben far», dall’ardore di conoscenza di Ulisse è perché il poeta racconta storie che testimoniano il cuore dell’uomo di ogni tempo. L’opera ci spalanca una finestra sulla vita e sull’uomo di oggi come del passato e avvertiamo una comunione universale tra noi moderni e gli antichi, tra la nostra e la loro aspirazione alla salvezza, alla felicità e all’eternità: il poema dantesco è uno degli esiti più grandi e più belli, che l’uomo abbia mai partorito.
I ragazzi del II Liceo Scientifico hanno studiato a fondo non solo l’attualità del Sommo Poeta nella letteratura mondiale (ad esempio quella cinese e giapponese), ma anche gli spunti che essa offre a scrittori di grande reputazione internazionale (come Dan Brown), che fanno leva proprio sulla fama eterna di Dante Alighieri protagonista, seppure del tutto arbitrariamente e (ne siamo sicuri) suo malgrado, di storie fantastiche e affascinanti.
L'Inferno di Dan Brown: la recensione
“Lussuriosi trascinati dalla bufera infernale, avari condannati a spingere inutilmente pietre, suicidi che si trasformano in cespuglio”; enumerava il nostro professore, mentre tutti lo guardavano con sguardi stupefatti. Lui spiegava la Divina Commedia, uno dei capolavori della letteratura italiana e veramente una delle opere più affascinanti al mondo. Un’opera che ancora oggi, secoli dopo, è ripresa, insegnata e ammirata in tutto il mondo. Ed esattamenten per questo, abbiamo scelto di trattare dell’“Inferno”, il nuovo libro dell’autore americano Dan Brown. Nel libro, il personaggio principale è il professore di simbologia Robert Langdon, che insegna nella famosa università di Harvard ed è anche il protagonista di altri tre libri di Brown ( Il Codice da Vinci, Angeli e Demoni, Il Simbolo Perduto). Questa volta Langdon comincia il libro in una camera d’ospedale in uno stato di amnesia quasi totale, ricordandosi soltanto della sua identità. Il problema è che, invece di trovarsi negli Stati Uniti, si trova a Firenze senza avere la minima idea di com’è arrivato lì. Insieme ai suoi effetti personali, c’è un cilindro metallico con un simbolo di pericolo biologico stampato sulla sua superficie che non è suo. Ancora in uno stato di confusione mentale ed accompagnato da uno dei suoi medici, la dottoressa Sienna Brooks, è obbligato a scappare dall’ospedale per fuggire da una donna che, apparentemente lo vuole uccidere. Da qui comincia un’avventura attraverso la città di Firenze per scappare dalla donna, per scoprire che cosa c’è dentro il cilindro e per fuggire da altri agenti che fanno parte di un’organizzazione speciale chiamata “Consortium”. Il libro si svolge nell’universo dell’Inferno dantesco e della vita dello stesso Dante nella città di Firenze. Insieme ai concetti medievali di Dante ci sono alcune idee attuali, come il problema del sovrappopolamento e si parla anche dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute). La maggioranza dei mass media italiani critica la forma di scrivere di Dan Brown, che nella loro opinione è molto simile in tutti i suoi libri, piuttosto che le informazioni date da lui sull’Inferno e la vita di Dante. Molti hanno trovato errori e cambiamenti di pene e contrappassi infernali, in opere artistiche e architettoniche italiane e internazionali, ma anche l’intreccio della storia è stato molto criticato. Tutti, in generale, concordano che la lettura di questo libro non è molto complicata o pesante. Concordiamo che lo svolgimento della storia dei suoi diversi libri ha molti punti simili, crediamo però che non sia mancanza di immaginazione ma lo stile personale dell’autore. È una lettura molto rapida e dinamica, ma non ci si deve aspettare di imparare qualcosa sulla vita e sull’opera di Dante. Dan Brown è così: prendere o lasciare!
Leonardo, Helena, Maria Luiza, Igor, Nathalia
La figura di Dante nella letteratura cinese
Nel 1902 viene pubblicato il dramma di Liang Qichao, in cui il Risorgimento italiano era esempio di riconquista della antica dignità di un grande popolo.
Il potere della poesia di Mārā, scritto da Lu Xun, fa riferimento a Dante come padre della nazione italiana.
Dante era esaltato come creatore di una lingua nuova dallo scrittore Hu Shi. Nel sesto centenario della morte di Dante, viene pubblicata la traduzione in cinese dei primi tre canti della Divina Commedia, e la riproduzione del dipinto "Dante in esilio".
Il romanziere Ba Jin ha sempre ricordato, come avvio alla sua letteratura di Dante, la lettera ricevuta in risposta a un suo messaggio di solidarietà, dall'operaio italiano Bartolomeo Vanzetti, condannato alla sedia elettrica negli USA.
Negli anni Venti si diffonde l'immagine di Dante cantore dell'amore angelicato e vengono evocate le figure di Beatrice e di Francesca da Rimini.
Molti poeti cinesi si paragonano a Dante e fanno riferimenti a Beatrice nelle loro poesie. Alcuni di questi poeti sono:
Guo Moruo (1882-1979): scrive il Canto di Paolo e i Tre Canti di Vita alla Deriva, dove si paragona a Dante in esilio che invoca la sua Beatrice.
Xu Zhimo (1896-1931): fra frequenti riferimenti a Beatrice e, nel 1925, va personalmente alla tomba di Dante a Ravenna e lo omaggia.
Yu Dafu (1896-1945): ha una tormentata vita amorosa e si rivolge alla sua amata constantemente come alla sua Beatrice.
Yin Fu: scrive alla sua amata "Tu sei la Beatrice dell'Oriente". É ucciso come rivoluzionario nel 1931.
Wang Duqing: traduce in cinese la "Vita Nuova" di Dante, una raccolta di poesie dedicate a Beatrice.
Nella cultura cinese del Novecento, la figura di Dante non ha soltanto una connotazione civile, ma anche una dimensione visionaria che si apparenta ala figura dell’antico poeta cinese Qu Yuan (340 – 277 a.c.) autore del poema Lisao (I tormenti dell’esilio o Incontro al dolore).
Ma è il romanziere Mao Dun che, in apertura di un suo celebre saggio del 1935 sulla Divina Commedia, svolge più completamente il parallelo.
Lo studioso Guo Yintian approfondisce il parallelo tra Dante e Qu Yuan, voci, entrambi, delle più alte aspirazioni dei loro popoli e interpreti delle grandi correnti spirituali che percorrono l’universo.
I primi tre canti dell'Inferno, tradotti da Qian Daosun, sono stati pubblicati sullo Xiashuotueba nel 1921 e altri cinque nel 1929: questa traduzione è stata molto ammirata.
Tra il 1935 e il 1945 Wang Weike ha tradotto tutta la Divina Commedia dal francese e nel 1954 Zhu Weiji ha pubblicato la sua traduzione dell'Inferno dall'inglese.
Negli anni Novanta sono state pubblicate molte traduzioni, tra queste quella della Vita Nuova, del Convivio, fatta da Lü Tongliu (1966) e del De Monarchia, fatta da Zhu Hong (1997).
Tian Dewang ha tradotto la Divina Commedia dall'italiano, pubblicandola nel 2000.
A partire dalla fine degli anni Settanta studi e ricerche su Dante si sono susseguiti in gran numero. Nel 1980 è stato pubblicato il primo saggio notevole nella rivista di studi letterari di letteratura straniera, a cura di Hua Yuqing.
Molti poeti cinesi si paragonano a Dante e fanno riferimenti a Beatrice nelle loro poesie. Alcuni di questi poeti sono:
Guo Moruo (1882-1979): scrive il Canto di Paolo e i Tre Canti di Vita alla Deriva, dove si paragona a Dante in esilio che invoca la sua Beatrice.
Xu Zhimo (1896-1931): fra frequenti riferimenti a Beatrice e, nel 1925, va personalmente alla tomba di Dante a Ravenna e lo omaggia.
Yu Dafu (1896-1945): ha una tormentata vita amorosa e si rivolge alla sua amata constantemente come alla sua Beatrice.
Yin Fu: scrive alla sua amata "Tu sei la Beatrice dell'Oriente". É ucciso come rivoluzionario nel 1931.
Wang Duqing: traduce in cinese la "Vita Nuova" di Dante, una raccolta di poesie dedicate a Beatrice.
Nella cultura cinese del Novecento, la figura di Dante non ha soltanto una connotazione civile, ma anche una dimensione visionaria che si apparenta ala figura dell’antico poeta cinese Qu Yuan (340 – 277 a.c.) autore del poema Lisao (I tormenti dell’esilio o Incontro al dolore).
Ma è il romanziere Mao Dun che, in apertura di un suo celebre saggio del 1935 sulla Divina Commedia, svolge più completamente il parallelo.
Lo studioso Guo Yintian approfondisce il parallelo tra Dante e Qu Yuan, voci, entrambi, delle più alte aspirazioni dei loro popoli e interpreti delle grandi correnti spirituali che percorrono l’universo.
I primi tre canti dell'Inferno, tradotti da Qian Daosun, sono stati pubblicati sullo Xiashuotueba nel 1921 e altri cinque nel 1929: questa traduzione è stata molto ammirata.
Tra il 1935 e il 1945 Wang Weike ha tradotto tutta la Divina Commedia dal francese e nel 1954 Zhu Weiji ha pubblicato la sua traduzione dell'Inferno dall'inglese.
Negli anni Novanta sono state pubblicate molte traduzioni, tra queste quella della Vita Nuova, del Convivio, fatta da Lü Tongliu (1966) e del De Monarchia, fatta da Zhu Hong (1997).
Tian Dewang ha tradotto la Divina Commedia dall'italiano, pubblicandola nel 2000.
A partire dalla fine degli anni Settanta studi e ricerche su Dante si sono susseguiti in gran numero. Nel 1980 è stato pubblicato il primo saggio notevole nella rivista di studi letterari di letteratura straniera, a cura di Hua Yuqing.
Ana Luiza, Victoria, Georgia, Camila
Dante nei musei di Ravenna
Dante fa tendenza. Morto a Ravenna nel 1321, Dante è diventato un grande simbolo della città e così rimane ancora oggi. Ciò si verifica nelle celebrazioni del “Settembre Dantesco” o “Dante 09” e negli edifici, teatro, musei e scuole che fanno riferimento alla grandiosità di Dante Alighieri e che attraggono una quantità enorme di turisti. La tomba del Poeta e il bassorilievo che lo raffigura, scolpito nel 1483 da Pietro Lombardo e custodito nel tempietto a cupola eretto nel 1780 dall’architetto Camillo Morigia, è una delle destinazioni principali. L’influenza di Dante può essere ricordata fino ad oggi con i cartoni dei mosaici danteschi che raccontano la Divina Commedia. I cartoni sono stati realizzati su richiesta di Giuseppe Bovini, a causa del settimo centenario della nascita di Dante. Un gruppo selezionato di artisti famosi insieme a cinque pittori crearono i cartoni che sono stati poi trasformati in mosaico dai maestri mosaicisti di Ravenna. I mosaici sono stati esposti per la priva volta nella mostra del 1965 in occasione del primo centenario del ritrovamento delle ossa di Dante. I cartoni, conservati a lungo nel Museo d’arte della città di Ravenna (MAR) sono stati consegnati a un laboratorio per essere restaurati. Si tratta di un recupero prezioso, sia per aiutare a mantenere viva la memoria di Dante, sia per farci riconoscere l’inesauribile fonte di riflessione e ispirazione dei canti che sono stati scelti per essere raffigurati.
I primi dodici cartoni restaurati sono stati esposti nel settembre del 2007, e nel 2008 il pubblico ha potuto vedere tutti e ventuno i cartoni. Questa iniziativa è nient'altro che un ritratto dell’attualità di Dante, che è rievocato nel mondo di luce e di colore dei famosi mosaici di Ravenna.
Brenda
Maciel, Graziella Guimarães, Júlia Nunes e Luiza Maria
Dante Alighieri: il passato nel presente
La poesia dantesca oltrepassa i limiti
del suo tempo e si estende fino a noi con un’attualità che non
finisce mai. Dante è considerato uno dei maggiori poeti mai
esistiti.
Il culto di Dante fu di vitale importanza per gli scrittori posteriori a lui, giacché i suoi temi discussi non passano di moda. Ma la sua importanza è dovuta principalmente alla sua poesia, la Divina Commedia, e questa poesia non sarebbe nata se non avesse tanta ricchezza spírituale e tanta esperienza di vita, ricavata nel suo tempo vissuto.
L'interesse per Dante si ravvivò nel Risorgimento, quando fu di vitale nutrimento alla arte degli scrittori italiani e allo spirito dei patrioti, che guardano a lui come al padre della nazione. Anche oggi la parola di Dante conserva tutto il suo valore e per questo la sua opera è oggetto di studio nelle scuole italiane.
Dante era grandioso nella sua opera e voleva che il mondo recuperasse i veri ideali di Gesù Cristo e della Chiesa . Al giorno d’oggi si vede un certo allontanamento da questi ideali, e questo porta ad un tentativo da parte della chiesa di avvicinare i giovani fedeli ala cristianità.
Il Foscolo afferma che dietro a ogni verso di poesia, c'è l uomo immerso nel tempo in cui visse e dietro ogni verso della Divina Commedia, c'è Dante assorto nel mondo medievale e la sua funzione strumentale.
Dante può insegnare ai giovani che se la vita è una lotta, essa va affrontata con serietà e con un corredo di ideali, ai quali occorre restare sempre fedeli, per non perdere il rispetto di noi stessi, che è la meta più alta a cui l'uomo possa tendere.
Il culto di Dante fu di vitale importanza per gli scrittori posteriori a lui, giacché i suoi temi discussi non passano di moda. Ma la sua importanza è dovuta principalmente alla sua poesia, la Divina Commedia, e questa poesia non sarebbe nata se non avesse tanta ricchezza spírituale e tanta esperienza di vita, ricavata nel suo tempo vissuto.
L'interesse per Dante si ravvivò nel Risorgimento, quando fu di vitale nutrimento alla arte degli scrittori italiani e allo spirito dei patrioti, che guardano a lui come al padre della nazione. Anche oggi la parola di Dante conserva tutto il suo valore e per questo la sua opera è oggetto di studio nelle scuole italiane.
Dante era grandioso nella sua opera e voleva che il mondo recuperasse i veri ideali di Gesù Cristo e della Chiesa . Al giorno d’oggi si vede un certo allontanamento da questi ideali, e questo porta ad un tentativo da parte della chiesa di avvicinare i giovani fedeli ala cristianità.
Il Foscolo afferma che dietro a ogni verso di poesia, c'è l uomo immerso nel tempo in cui visse e dietro ogni verso della Divina Commedia, c'è Dante assorto nel mondo medievale e la sua funzione strumentale.
Dante può insegnare ai giovani che se la vita è una lotta, essa va affrontata con serietà e con un corredo di ideali, ai quali occorre restare sempre fedeli, per non perdere il rispetto di noi stessi, che è la meta più alta a cui l'uomo possa tendere.
Katarine, Rafael, Fernanda, Matheus
Classe II Liceo Scientifico
Prof. Riccardo Cassoli
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