Abbiamo letto e commentato i testi, li abbiamo confrontati con quelli di Quasimodo e di Ungaretti ed infine abbiamo montato il video, abbinando le poesie ai luoghi ed alla musica, quasi a creare un percorso culturale tra scrittura, immagini, note musicali:
La poesia Salerno di Alfonso
Gatto ritrae in soli tre versi, rimati tra di loro, le sensazioni che
gli vengono trasmesse dalla sua terra natale. Il poeta paragona
l'inverno dolce all'eterno. Questa però è un'antitesi, giacché
l'inverno è una metafora e sta a indicare la tristezza. Una dolce tristezza in riferimento a Salerno simboleggia la nostalgia
dell'autore.
Ci sono similitudini e differenze tra
questa poesia e Mattina di Ungaretti. Entrambe le poesie sono
corte e apparentemente semplici e hanno dei riferimenti all'infinito.
Mentre Mattina ci trasmette una
sensazione positiva dell'infinito attraverso la luce che si irradia,
Salerno trasmette una sensazione negativa tramite una
nostalgia senza fine.
Mattina viene spesso paragonata
a Ed è subito sera perché entrambi i componimenti cercano la
verità attraverso l'illuminazione. Nella poesia di Quasimodo però
la luce ha una connotazione negativa perché trafigge, ferisce
l'uomo.
João Pedro Diniz, IV ITC
L'erta
Quella cima maledetta
più si allunga se guardata,
i miei passi di formica
sono lotte di un´ armata.
S´ arrende il sole all'orizzonte
Mentre la sera invade il fronte.
Amata cima ti ho conquistata,
ma la guerra non è finita,
domani è un'altra giornata.
Agustin Quinoñez, IV ITC
Nella poesia Salerno, il poeta
Alfonso Gatto utilizza caratteristiche letterarie ermetiche, come la
brevità e l'estrema concisione. Fa la sua riflessione a partire da
un luogo che per lui ha un riconoscimento speciale, la terra natale.
Nei primi due versi “Salerno rima
d´inverno / o dolcissimo inverno”, secondo me l´autore si
riferisce nostalgicamente ad una bella stagione di questa città,
dove è nato, ha vissuto, ha avuto belle esperienze. Nel terzo verso
l´aggettivo “eterno” in rima con “Salerno” esprime il
sentimento che ha con la città, una città che non uscirà mai dalla
sua memoria, una città che gli lascerà sempre un buon ricordo, la
dolcezza di certi momenti, odori, persone.
Pedro Rena Todeschi, IV ITC
Da poeta ermetico Gatto ha scritto
poesie chiuse, con un linguaggio di difficile interpretazione, pieno
di analogie e figure retoriche. Si vede la celebrazione della terra
natale come risultato di una certa nostalgia e il gioco di parole
attraverso l´ambivalenza dei significati, le rime perfette e le sue
varianti consonanti. In Alba a Sorrento da subito si parte con
le sensazioni, facendo riferimento al freddo, ma anche ai limoni, che
portano alla memoria un gusto e un profumo che si intensifica con
l'utilizzo della parola “esalare”. Subito dopo possiamo rivedere
lo stesso meccanismo con i rami d'arancio e il vento che trasporta il
polline dei gerani. Con i “monti pallidi” il poeta richiama la
nostra sensazione visiva, così come fanno i “fanali”, mentre con
le “voci remote” e le “ruote dei primi carri” richiama la
sensazione uditiva.
Rispetto agli aspetti proprio tecnici,
abbiamo una rima perfetta tra cancelli/monelli ed una consonante tra
rosate/remote. Il titolo, a sua volta, rappresenta l'esaltazione
della terra madre.
Possiamo relazionare questo testo con
Vento a Tindari di Salvatore Quasimodo, che si riferisce a
Tindari come terra madre e attribuisce ad essa le bellezze della sua
memoria, facendo sempre riferimento a sensazioni visive, attraverso
la descrizione dei luoghi, ma anche ai suoni e alle analogie.
Ananda Campolina,
IV ITC
Alla luce che spira
Piange.
Nell'ombra dei sospiri sfuggiti
e persi, volanti e disperati
sparsi nella bianchezza del velo,
la finestra del treno fa gli occhi
appannati,
oscillanti al tempo stesso.
Vide quello che era passato
si rende manifesto il non fatto:
occhi fissi alla stazione finale del
treno.
Lorraine Kelly Ribeiro Moia, IV ITT
Il bosco
Mi guardo attorno ma nessuno c'è
solo alberi fitti e lunghi in vista.
Quando guardo in cielo un raggio di
luce mi rallegra
quando me ne accorgo la notte se ne è
già impossessata.
La poesia il bosco è composta da due
strofe, ognuna di due versi liberi. Parla di un momento della vita
dell'autore che si trova in difficoltà. Gli alberi simboleggiano le
persone che non si accorgono della sua esistenza, perciò si sente
solo. L'autore si sente piccolo in questo bosco infinito e quando la
felicità è arrivata e pensa che durerà per sempre è già finita.
Pedro Herique Ferreira Duarte, IV
ITC
Il poeta Alfonso Gatto nella poesia
“Alba a Sorrento” descrive l’alba proprio in questo luogo,
caratterizzato dai limoni, dai rami d’arancio, dai gerani, dal
vento e da un sole ancor tranquillo, mettendo in evidenza il silenzio
di questo momento e la solitudine.
In questi versi il poeta utilizza il
suo inconfondibile linguaggio ermetico, come si può vedere dall’uso
di certe parole che evocano immagini o alludono a situazioni.
Le rime sono sparse, perfette tra
cancelli/monelli, persiane/cane, consonanti tra rosate/remote.
La poesia di Salvatore Quasimodo “Ed
è subito sera” racchiude in pochi versi il significato profondo
delle parole. Nel primo verso il poeta esprime la solitudine
dell’uomo che si trova al centro delle cose, dove la vita pulsa;
nel secondo il raggio di sole trafigge l’uomo, lo colpisce,
trasformando il raggio stesso in un portatore di dolore; nell’ultimo
verso viene la sera, simbolo della fine. Ho messo in relazione queste
due poesie perché mi sono molto piaciute. Entrambe evidenziano la
solitudine esistenziale, una a partire da riflessioni su un posto e
l’altra sull’uomo.
Vitòria Zuppo, IV ITT
Prof.ssa Maria Monteforte
Classi IV ITC e IV ITT
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